TERAMO – Ha buttato benzina sullo zerbino del portone di ingresso dello studio del suo avvocato e ha dato fuoco, prima di telefonare ai vigili del fuoco per avvertirli dell’incendio e di recarsi in questura dove ha detto di volersi costituire. Ma in cella non ci è finito M.I., 50enne già noto alle cronache, che nella giornata di ieri aveva rimediato una denuncia per vilipendio alla bandiera italiana per aver strappato il tricolore al tribunale do gli era stato negato l’accesso. Il magistrato di turno, ha ritenuto sottolinearne lo stato di infermità, e così all’uomo è stato applicato un tratamento sanitario obbligatorio con ricovero nel reparto di psichiatria, quello stesso da dove ieri sera si era allontanato.
Obiettivo del gesto dimostrativo, che ha fatto evacuare 5 famiglie dallo storico palazzo Incis in viale Mazzini, ai Tigli, era lo studio dell’avvocato Luigi Ranalli, al pianterreno dello stabile. Il 50enne ritiene l’avvocato, al parti del giudice del tribunale di Teramo, responsabile della sua condanna. Terminato il periodo di detenzione domiciliare in una struttura specializzata in provincia di Lecce, il 50enne è rientrato in città dove ha vissuto abitualmente da anni, e ieri mattina ha provato a entrare in tribunale, forse per avvicinare il giudice. Gli è stato impedito e ha deciso di prendersela con la bandiera all’ingresso, che ha strappato, rimediando la denuncia. Non soddisfatto, nel pomeriggio ha dato in escandescenza dinanzi alla questura, spogilandosi e gettandosi a terra, minacciando gesti di autolesionismo: è stato bloccato e trasferito in psichiatria.
E’ ricomparso questa mattina all’alba, nei pressi dello studio del legale. Ha scavalcato un muretto dicinta sul retro del palazzo, ha rotto una finestra ed è entrato nell’androne e qui ha cosparso di benzina il tappetino alla base del portoncino dello studio legale. Il fumo ha subito invaso la scalinata, creando non pochi problemi al vicinato: lui è uscito di corsa, e ha fatto due telefonate, al 115 e al 113. Sul posto sono intervenuti per primi gli agenti della volante e hanno permesso agli inquilini di 5 appartamenti di lasciare lo stabile (gli assistenti capo Piergiorgio Clemente e Giancarlo Gnesi hanno aiutato anche un 94enne a uscire per evitare rischi di intossicazione). I vigili del fuoco hanno spento i principio di incendio e messo in sicurezza l’androne. Quando G.I. si pè presentato in questura è stato fermato e per lui è stato disposto il Tso. Adesso si spera che non riesca a uscire di nuovo dalla psichiatria, considerate le sue intenzioni.